FOLLIA PURA A ROMA: Un Consorzio privato vince un bando comunale e si offre di recuperare un Casale abbandonato, ma il Comune BLOCCA TUTTO!

lunedì 3 febbraio 2020
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La storia allucinante che vi andiamo a raccontare oggi si svolge al Torrino, e precisamente nel parco di Viale Città d'Europa. Quello che vedete nella foto è il Casale in oggetto, risalente agli anni '20, che versa in uno stato di scandaloso, raccapricciante abbandono. Vetri rotti, immondizia, scritte sui muri. Di notte è ricovero di drogati, ubriaconi e sbandati. Qualcuno lo utilizza come discarica personale e non di rado (a giudicare dai cumuli di preservativi che vi si trovano) viene scelto come rifugio per prestazioni sessuali a pagamento.

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Un qualsiasi comune di una qualsiasi città civile europea avrebbe provveduto a restaurarlo e manutenerlo, ma siccome siamo a Roma e il Comune ha le pezze al culo si è pensato di chiedere l'intervento dei privati pubblicando un bando per il recupero della struttura.

Un consorzio si è aggiudicato l'appalto, presentando un progetto di riqualificazione che prevedeva, tra le altre cose, una ludoteca all'interno con area giochi per bambini (sempre nel parco, c'è una scuola materna), un centro anti-violenza e un bar-bistrot eco solidale, con prodotti biologici di piccole aziende agricole locali, ma anche prodotti derivanti da terreni sottratti alla mafia. Il consorzio si sarebbe occupato quindi non solo del restauro della struttura, ma anche della sua manutenzione, e avrebbe fornito al quartiere e ai frequentatori del parco un punto ristoro di qualità con tanto di bagno pubblico e servizi. Il tutto per un periodo di 6 anni (prorogabili), poi la struttura sarebbe tornata pubblica.

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Sembrava la conclusione perfetta di una storiaccia di decennale degrado. Ma poco prima dell'inizio dei lavori cosa ha fatto il Comune? HA BLOCCATO TUTTO! Pare che il Municipio si sia impuntato e non abbia rilasciato la Scia per la destinazione d'uso commerciale, facendo riferimento al Piano Regolatore che vieta l'insediamento di attività commerciali nelle aree verdi destinate a parco pubblico.

A quel punto è cominciata una insopportabile melina da parte del Municipio che di fatto ha tenuto in scacco il Consorzio per più di un anno, impedendogli di iniziare i lavori. Fino a che, estenuato, il Consorzio ha alzato bandiera bianca e ha rinunciato al progetto, abbandonandolo definitivamente. Nonostante avesse vinto un regolare bando, al Consorzio è stato di fatto IMPEDITO di poter mettere in pratica il proprio progetto!

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Il risvolto più grottesco della storia viene dal IX Municipio, il cui vicepresidente si è detto addirittura "sorpreso" dalla scelta del Consorzio di tirarsi fuori. Eppure non ci vuole una laurea per comprendere che se tieni un Consorzio al palo per più di un anno, impedendogli di mettere in pratica il progetto vincitore di un regolare bando pubblico, ci sono eccellenti probabilità che questi possa mandarti affanculo.

In sostanza, il Piano Regolatore, che nelle intenzioni dovrebbe preservare il territorio da scempi e speculazioni, viene qui usato come strumento per MANTENERE IL DEGRADO ESISTENTE impedendo a un Consorzio di recuperare un bene pubblico con un progetto di assoluta qualità. Sarebbe bastato un po' di buonsenso, una deroga/variante al Piano Regolatore (come ad esempio per lo Stadio della Roma a Tor di Valle), e a questo punto avremmo qualcosa di simile al bellissimo Vivi Bistrot di Villa Pamphili (...che il Comune ha provato strenuamente a far chiudere, ma questa è un'altra storia!).

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Cosa c'è di più OVVIO in un parco, che non la presenza di un bar, un punto ristoro, con bagno pubblico e possibilità di sedersi all'aperto? Una struttura decorosa, che garantisca anche un minimo di presenza umana, di illuminazione, e quindi di SICUREZZA, specie quando cala il sole. Cosa c'è di male in tutto questo? Nella città dei mutandari abusivi, dei camioncini "tromba e magna", dei "pane e cipolla", dei cocomerari e dei venditori di fave e pecorino in mezzo alla strada... ma veramente il problema è un bar di qualità in un parco?

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Ma come si fa anche solo a pensare di chiedere a un Consorzio di recuperare un'area pubblica vietandole qualsiasi attività commerciale, quindi senza che questo ne abbia un ritorno economico? Forse dal Comune (e dal Municipio) si aspettavano che qualcuno volesse accollarsi le spese di restauro e manutenzione del Casale "aggratise"? Forse cercavano un Mecenate che regalasse soldi al Comune?

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Domande senza risposta. Ma si va avanti, domani è un altro giorno e ci sveglieremo ancora con il Casale degli orrori devastato dai vandali e con i bambini che giocano tra vetri rotti, cumuli di monnezza, profilattici e siringhe.

Così ha voluto il Municipio!

A PROPOSITO DI RAZZISMO

mercoledì 6 novembre 2019


      
Il 24 novembre del 1859, Charles Darwin ci svelava chi siamo e da dove veniamo.
In seguito gli studi antropologici hanno dimostrato che la nostra origine è in Africa e risale a meno di duecentomila anni fa.
Tutti noi apparteniamo a quell'homo sapiens che dall'Africa si è diffuso in tutto il mondo.
Ma prima di comparire umani, siamo stati mammiferi, poi primati, infine ominini (non è un errore, si chiamano così i nostri antenati).
L'evoluzione, pressata e modellata da eventi casuali ambientali, ci ha portato agli ominini di oggi, tanti popoli diversi, pensieri diversi, usanze diverse, lingue diverse.
E poi questa maledetta colorazione della pelle che tanti problemi ha causato all'uomo moderno.
La genetica ha chiarito molte cose, ma resta un nodo cruciale da dipanare: perché l'uomo, provvisto di ragione e pensiero creativo, è tanto stupido?
Eppure l'antenato comune alle scimmie antropomorfe era per l'appunto "comune" al resto degli organismi viventi milioni di anni fa.
Se l'evoluzione ci ha portato a progredire in maniera formidabile rispetto a tutti gli altri esseri possessori di DNA, perché la stupidità dell'uomo al contrario di tutti gli altri parenti suoi, non ha seguito il processo evolutivo?
Perché ci involviamo, invece di progredire?
Forse perché troppi passi in avanti ci avvicinerebbero all'uomo-Dio?
Forse la natura ha messo un freno decisivo per non farci superare quel confine oltre il quale non è umano andare?
Chissà...
Sta di fatto che questa foto allegata dovrebbe far riflettere tutti.
La natura ci ha fatti originare da un unico uomo, abbiamo tutti un doppio filamento di DNA nel quale sono scritti passato, presente e futuro, tutti abbiamo il pollice apponibile alle altre dita, tutti siamo bipedi, tutti abbiamo lo stesso sangue rosso.
Le purine e le pirimidine, diciamo i mattoni del nostro patrimonio genetico, non hanno colore, i nostri pollici, che siano bianchi, gialli o neri, hanno tutti la stessa funzione (la presa), possiamo seguire diverse bandiere, ma sempre di deambulare si tratta e nel nostro sangue circolano particelle corpuscolate che ci difendono, che trasportano ossigeno, che riparano i danni del nostro sistema circolatorio che si mettono bene in evidenza solo se siamo noi a colorarle.
Nonostante questo, odiamo, denigriamo, insultiamo, discriminiamo chi a causa dell'evoluzione ha un colore differente dal nostro e lo facciamo anche per chi crede in valori diversi, per chi vive in maniera diversa.
Ora guardate la foto qui sotto.
Se avete bisogno di sangue, quale che sia il donatore, il suo sangue vi salverà.
Non saprete mai se quel fluido rosso scorreva nelle vene di un bianco o di un nero.
Né vi importerà saperlo.
Siete salvi.
Un vostro filogeneticamente stretto, strettissimo parente, un più che fratello ve lo ha dato.
Lui non ha chiesto il vostro colore e non vi ha giudicato per questo.
Dunque l'uomo non è solo odio e in molti casi, per fortuna, il processo evolutivo non ha fallito.
L'antenato comune è in noi, che ci piaccia o no.
Lasciatelo vivere ed evolversi.
Darwin, e non solo Darwin, vi ringrazierà.
Luca Laurenti

Un #PattoXRoma: scriviamolo insieme e staniamo i partiti! Appello ai Blogger capitolini!!

mercoledì 3 luglio 2019
                                             
Prendendo spunto da una risposta a un cittadino ne approfittiamo per farne un post. Titolo: UN PATTO PER ROMA! [...] “Oltre al commissariamento qui si è addirittura rilanciato: un #pattoperroma tra partiti per una cura lacrime e sangue. Il problema vero è uno: da cittadini, sempre in maniera condivisa, potremmo anche cercare di delimitare il perimetro che qui, sempre se avesse avuto la briga di leggere, esce chiarissimo, ma chi te lo firma?  Chi ti firma una riforma vera sulle municipalizzate con eliminazione di “fancazzisti” e ridimensionamento dello strapotere sindacale a normale rappresentanza dei lavoratori? Chi ti firma gli inceneritori subito? Chi ti firma ciclabili e preferenziali in maniera massiva? Chi ti firma le pedonali a Monti e Trastevere e almeno una per Municipio: sono gli stessi partiti a sostenere le proteste sbagliate dei residenti volte unicamente a tutelare  posti auto e volte a raccattare consenso. Chi ti firma per far lavorare seriamente i Vigili che, solo in questa amministrazione, invece di incrementare l’azione di contrasto a tutti, minacciano querele ai blogger che, giustamente, si lamentano di tutto? Chi ti firma per spostare urtisti e ambulanti dai Monumenti? Chi ti firma per individuare una soglia base di oneri per i cittadini sotto la quale un costruttore non può scendere? Chi ti firma per ripristinare il principio che occupare è illegale e che vanno sgomberati tutti: destra e sinistra? Chi ti firma per far lavorare seriamente TUTTI i dipendenti della macchina comunale, spesso svogliati e maleducati? Chi ti firma per la tolleranza zero alla sosta selvaggia?  Sono tutti enormi bacini elettorali: i partiti,  compreso l’attuale, non li hanno minimamente scalfiti. Marino, da Marziano,  stava provando a far qualcosa ma lo hanno ucciso politicamente e non ha fatto certo i danni che sta facendo la Raggi che è ancora incredibilmente in sella! E allora fatevi due domande. Cosa deve accadere ancora: il crollo del Colosseo? In poche parole, prendete  coscienza di un fatto: di Roma interessa nulla. E ancora meno del suo futuro che è limitato, nella visione di questi signori, alla sola tornata elettorale successiva. Una situazione incancrenita su cui nessuno ha interesse a mettere mano. Se volete contribuire al #pattoperroma possiamo scriverlo insieme e sottoporlo a tutte le Forze Politiche: vediamo chi è a favore di Roma e chi non lo è. Appello rivolto anche alle altre realtà storiche che, come noi, raccontano la Città da 10 anni!” 

LA DISASTROSA SITUAZIONE DEI PARCHI PUBBLICI A ROMA

martedì 28 maggio 2019


Parco del Rinnovamento.
Via Mosca nel Municipio VIII.
Così lo chiamano i residenti della zona.
Si tratta di un'area verde occupata in gran parte da un piccolo parco giochi per bambini.
Ci ha chiamati uno studente universitario preoccupato per le condizioni del parco, ma soprattutto per il degrado presente intorno e all'interno dell'area giochi.
Con Roberto, siamo andati oggi pomeriggio.
Devo dire che il parco sarebbe bellissimo, se fosse curato.
È stato inaugurato nel 2012 e poi abbandonato.
Erba altissima nasconde il legno marcio di panchine fatiscenti, sostegni di cestini senza secchio, lampioni caduti, alcuni in piedi ma pericolanti, soliti mucchi di rami secchi mai smaltiti, immondizia varia, viali nascosti dalla vegetazione.
Un piccolo campo di basket e calcetto troneggia sulla collinetta al di là del parco giochi.
Le porte senza rete, i canestri rotti, l'erba alta che incombe tutto intorno, rendono desolato e triste un paesaggio che potrebbe essere un gioiello e che invece è, per forza di cose, abbandonato anche da chi potrebbe usufruirne.
Un peccato.
E poi l'area giochi.
Giochi rotti, inutilizzabili, e mai sostituiti, pezzi divelti e nascosti nell'erba cresciuta a dismisura, altalene con sedili in stato pietoso.
Qui la fa da padrona la ruggine, pericolosissimo per i (pochi) bimbi che vorrebbero giocare.
Poco più in là un parcheggio nascosto, terra di nessuno, a pochi metri dai giochi: bottiglie di vetro, fazzoletti sporchi, confezioni di preservativi buttare per terra, tra fango e rifiuti.
Proprio lì, vicino ai bambini, si beve, si fa l'amore, si sporca.
E sempre lì vicino, una sede dell'AMA.
Da non credere...
Tutto questo mentre il capogruppo grillino Lupardini del Municipio VIII annuncia il più che possibile ritorno dell'orrore Tiberis.
Altro parco, solita storia.
La cura del verde pubblico a Roma non funziona e non ha colore politico.
È semplicemente inesistente.

Mi imbattei in un bus battente bandiera Israeliana con targa tedesca. Il Campidoglio sulla via di Berlino per rendere immatricolabili i bus a noleggio.

mercoledì 8 maggio 2019
I bus nel deposito Polimar di Guidonia
Sui 70 Bus ATAC noleggiati a Tel Aviv si prova la via tedesca. I Bus si trovano in due depositi privati: Guidonia e Salerno. Il pagamento della sosta in deposito, va precisato,  non è a carico di ATAC. I Bus risultano essere non immatricolabili perché Euro 5 e non Euro 6. Fonti interne ci dicono di un tentativo del Campidoglio di risolvere il problema immatricolandoli in Germania. In questo modo si risolverebbe il nodo più importante: immatricolarli in uno Stato membro e poi farli girare a Roma. Bus israeliani, del 2008,  con targa tedesca nella Capitale! La normativa da superare è europea e non nazionale: cosa s’inventeranno i tedeschi non è ancora chiaro. Fonti interne ci fanno sapere che i 70 bus sono arrivati tutti non marcianti, di cui 4 con motore fuso. I passaggi: le officine li rendono marcianti e man mano vengono messe calcomanie ATAC  “ma questo non vuol dire che passino il collaudo e possano essere immatricolati”.  Interventi.  “ Le anomalie riscontrate sono le seguenti:
A) Protezione posto guida (la vettura non presenta un’adeguata protezione
del conducente alle spalle e nella parte DX del posto guida).
B) L’apertura della sola porta anteriore non mette in funzione il “blocca porte” (dispositivo di sicurezza che serve a tenere bloccata la vettura
 finché le porte rimangono aperte).
C) Le porte per la salita e la discesa dei passeggeri, non hanno il dispositivo
che ne blocca la chiusura se un passeggero rimane fra le ante
provocandone lo schiacciamento.
D) Serve un distanziatore che tenga i passeggeri lontano dal poggia mano
posto sul cruscotto, per i seguenti motivi: 1) quando la vettura è piena, il conducente perde totalmente la visibilità dalla parte DX. 2) i passeggeri che sostano vicino al poggia mano posto sul cruscotto sarebbero travolti dall’apertura della porta anteriore che non ha il dispositivo di blocco qualora trovi un ostacolo nella chiusura e nell’apertura.” - Altro tema: è stata trovata sabbia nel motore e negli impianti di aerazione che vanno sanificati. Nota bene: se non si trovano soluzioni, tutto va riportato allo stato originale per poi rimandarli in Israele. Un casino immane! Se è vero, come ha detto ATAC, che non esiste nessun rischio economico per l’Azienda poiché il corrispettivo versato pari al 16% è coperto da polizza di garanzia, cosa dobbiamo pensare di tutto il resto? A quanto ammontano le spese di adeguamento mezzi ? Non era meglio acquistarli nuovi? Se si risolverà il tutto potreste imbattervi in un bus battente bandiera israeliana con targa tedesca. Pare na barzelletta? È ATAC! 

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